L'encausto (gr. έγkαυστον, da έγkαίω, cioè "metto a fuoco"; lat. encaustum) è un'antica tecnica pittorica applicata con delle differenze a seconda della superficie, che si basa sull'uso di colori mescolati alla cera attraverso il calore (Plinio, XXXV, 122, "ceris pingere ac picturam inurere"): su muro, su marmo, nota come gánosis, è conosciuta anche come kósmesis, quando usata per ravvivare la policromia di legno, terracotta, avorio. In epoca contemporanea ci sono importanti esempi di applicazione su tela.

Sia Plinio che Vitruvio descrivono i metodi di esecuzione dell'encausto. I pigmenti vengono mescolati a cera d'api (che ha funzione di legante), mantenuti liquidi dentro un braciere e stesi sul supporto con un pennello o una spatola e poi fissati a caldo con arnesi di metallo chiamati cauteri o cestri: è questo il procedimento che differenzia l'encausto dalla pittura a cera.